Si è già accennato all’acquisto del Ministero della Pubblica Istruzione che nel 1899 ha fatto pervenire alla Biblioteca alcune composizioni autografe di Pietro Raimondi, compositore romano vissuto fra il 1786 e il 1853.
Una di queste — forse la partitura più grande del mondo, misurando cm. 108 x 80 — corrisponde a tre oratori eseguibili sia singolarmente che contemporaneamente, come fu fatto a Roma nel 1852 coinvolgendo tre orchestre, tre gruppi di solisti e tre cori per un totale di 400 esecutori (la nostra Biblioteca conserva tutte le parti d’orchestra della ciclopica composizione).
In realtà Raimondi aveva il pallino della composizioni “multiple”.
Tra le partiture da noi possedute, ci sono fughe che si possono eseguire in simultanea (una è da Guinness dei primati, comportando 64 voci divise in 16 cori di quattro voci ciascuno), una partitura orchestrale intitolata Due sinfonie in una, e persino due opere teatrali da eseguire insieme: I quattro rusteghi e Adelasia, una comica e l’altra seria. Questa megapartitura è però rimasta incompiuta nella parte strumentale.